Un po' di storia sul Natale

La ricorrenza della nascita di Gesù Cristo venne fissata al 25 dicembre solo intorno al 3°- 4° secolo (in altre Chiese cristiane—ad esempio la Chiesa Ortodossa—si festeggia invece al 6 gennaio), ed era la stessa in cui l’Impero romano già festeggiava il Dies natalis Solis invicti, cioè il giorno di nascita di Mithra, divinità identificata con il Sole. Questa data venne adottata non solo per sovrapporsi alla festa di Mithra (molto sentita nel mondo romano) ma anche per la posizione di questo giorno nel calendario, in stretto rapporto con il Solstizio d’Inverno e quindi con la ri-nascita del Sole: il significato allegorico e simbolico di Dio che nasce insieme al Sole è troppo evidente per richiedere ulteriori spiegazioni.
L’episodio della nascita di Gesù è narrato solo in due Vangeli: Luca riferisce che dopo la sua nascita Egli venne deposto “in una mangiatoia”, senza specificare se si trattasse di un edificio o di una grotta, e che i pastori furono chiamati dagli angeli a conoscerlo e adorarlo, mentre Matteo parla di una “casa” e riferisce della visita dei Re Magi, i nomi dei quali ci vengono da uno dei Vangeli apocrifi (cioè quelli non riconosciuti come ufficiali): il Vangelo degli Ebrei o dei Nazareni.
Due Vangeli apocrifi che vengono fatti risalire intorno al 2° secolo danno maggiori particolari sull’episodio: il Protovangelo di Giacomo precisa che Gesù nacque in una grotta e il Vangelo dello pseudo-Matteo dà notizia della presenza del bue e dell’asino, i quali “lo adoravano senza sosta”. Ambedue i testi specificano che per tutto il tempo della permanenza di Maria nella grotta, o almeno al momento della nascita del Bambino, questa risplendeva di luce: “la grotta cominciò a farsi piena di splendore e a rifulgere di luce come se vi fosse il sole, così la luce divina illuminò la spelonca”.
Nella fantasia popolare la storia della nascita del Cristo diventa invece un racconto ricco di personaggi e di situazioni, che trova la sua espressione nella forma del Presepio, la cui origine si fa risalire a San Francesco d’Assisi e il cui sviluppo si avrà molto più in là nel tempo, a partire dal 17°-18° secolo.
Tutti gli elementi  che compongono il presepio possono essere basati sul ricordo dei testi, ufficiali e apocrifi sopra citati: ma, ponendo attenzione ad una lettura in chiave tradizionale, è possibile riconoscere nel Presepio un significato che va al di là della rappresentazione allegorica.
La grotta è un simbolo universale: essendo all’interno della terra o di una montagna la grotta è simbolo del Centro del Mondo ed è per eccellenza il luogo della nascita e della ri-nascita; è il centro spirituale del macrocosmo che è l’universo, poiché il tetto della grotta rappresenta il cielo e il pavimento la terra (la grotta dei Misteri di Mithra presenta in modo esplicito questo simbolismo, e il mithraismo, ha dato al nascente cristianesimo molti elementi).
Ma la grotta è anche figura del cuore, e in questa accezione è il centro del microcosmo che è l’uomo: la “più piccola camera del cuore”.
Gesù è nato in Palestina duemila anni fa, ma questo evento non è importante solo a livello storico. L’apparizione di Cristo è soprattutto un evento cosmico-spirituale: infatti, se ci pensiamo bene, mentre per tutto il resto dell’anno la natura e l’uomo hanno svolto una grande attività, l’approssimarsi dell’inverno corrisponde alla sospensione di molte attività, i giorni si accorciano, le notti si allungano; è il momento della meditazione, del raccoglimento. Sono atteggiamenti che consentono all’uomo di entrare nella profondità del suo essere.
Come vivono, invece, gli esseri umani le feste di Natale?
Festeggiano gareggiando con ansia spasmodica nell’acquistare e regalare doni per ostentare ricchezza materiale, mangiando e bevendo smisuratamente a tavola. Si va in chiesa, si canta che Gesù è venuto a salvarci per poi continuare la vita di sempre… Tutto ciò dimostra quanto gli uomini siano inconsapevoli dell’importanza del Natale. Occorre che nasca una nuova coscienza, una luce interiore capace di scacciare le tenebre. Così Gesù non sarà soltanto un personaggio storico, ma un Incontro, una Presenza, che illuminerà il mondo intero.