Basta col dire: "Ci penseranno gli altri"!

Un giorno, un re volle dare un banchetto gratuito per tutti i sudditi del suo regno. L’unica richiesta che fece fu: «Purtroppo quest’anno la vendemmia delle mie vigne è stata distrutta da una tremenda grandinata, perciò non ho vino da servire alla mia tavola. Venendo alla mia mensa, vi chiedo solo di portare una piccola fiaschetta di vino, e di versarla nella grande botte da cui tutti potremo attingere durante il pranzo».
Tutti i sudditi accolsero con gioia la notizia, dopotutto, un banchetto reale poteva ben valere una piccola fiaschetta di vino, no?
Ma qualcuno penso tra sé: «Devo aver ancora quella fiaschetta di terracotta in soffitta... Se la riempio di acqua, nessuno se ne accorgerà, e risparmierò anche il mio vino. Tant’è, siamo in un migliaio di sudditi in questo paese… che mai farà di male il mio goccio di acqua in mezzo a tutto quel vino?».
Così arrivò il grande giorno della festa, e—ma mano che entravano nel castello—i sudditi versavano le loro fiaschette nella grande botte posta a capotavola per il grande banchetto del re.
Quanto grande (e spiacevole) fu la sorpresa dei sudditi, quando—iniziando a spillare dalla botte—ne uscì… solo acqua!

Basta un piccolo racconto a volte per farci sentire tutti sulla stessa barca… funzionavano così anche le parabole di Gesù: attiravano l’attenzione degli ascoltatori fino a farli indignare per l’ingiustizia raccontata… per poi far loro riconoscere che i protagonisti della situazione che avevano appena condannato nel racconto erano proprio loro!
Credo che a tutti noi venga spesso la tentazione di dire: «Perché devo mettermici proprio io? Ci sarà già un sacco di gente che ha tempo e voglia per queste cose, non staranno proprio a vedere se ci sono o no… che io ci vada o no, poco cambia!»
Ed è così che gli appelli cadono nel vuoto. Noi pensiamo che il nostro contributo di singoli—considerato nella massa della società—sia poco importante, quasi ininfluente… ma ci dimentichiamo che la società è formata da tanti “io”, e che—spesso—è più facile che tutti quei singoli si sentano chiamati fuori che non il contrario. È così per la società civile e—ahimè—è così anche per la Comunità cristiana. Dovremmo davvero imparare, ogni volta che sentiamo una richiesta, un appello, a dirci “questa chiamata è rivolta a me, proprio a me!”
È solo così che potremo godere con gioia dello sforzo di tutti, piccolo o grande che sia, altrimenti, la nostra festa sarà sempre e solo… a base di acqua!