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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

Buona domenica! E non buon fine settimana

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S empre più spesso – anche tra noi cristiani – ci si augura "buon fine settimana" (buon week-end ) e non " buona domenica" . Giovanni Paolo II, nel documento Il giorno del Signore , affermava che quando la domenica perde il significato originario e si riduce a pura conclusione della settimana, può capitare che l’uomo rimanga chiuso in un orizzonte tanto stretto che non gli consente più di vedere il cielo. Ma qual è il significato originario da recuperare? La domenica è il giorno del Signore , il giorno della Risurrezione, la festa delle feste, il momento della speranza e della gioia. Per chi crede in Gesù Risorto, la domenica è la Pasqua settimanale, il giorno in cui la Chiesa si sente convocata e rivive l’esperienza di sentirsi portata dalle tenebre alla luce, dalla schiavitù alla libertà e alla vita senza fine. La domenica, per il cristiano, è tempo opportuno per riscoprire il dono del Battesimo, che apre a quella vita “bella” di cui tanto si avverte la m

La "porta" dei Sacramenti

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C olgo l’occasione della festa liturgica del Battesimo di Gesù—che chiude il Tempo di Natale e inizia il Tempo Ordinario—per proporvi alcune riflessioni sul Sacramento del Battesimo, dono grande che ci accomuna nel nostro essere cristiani. È un Sacramento da riscoprire davvero, perché è uno di quei grandi doni di cui spesso siamo inconsapevoli e quindi non sappiamo vivere appieno. Dalla lettera di san Paolo Apostolo ai Romani Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossi

Buon Anno... da cristiani!

C osa significa iniziare un nuovo anno per noi cristiani? Da quando si è cominciato a contare gli anni della storia secondo la logica cristiana, si è affermata l’espressione “Anno Domini”, “nell’anno del Signore”... essa è l’abbreviazione di “anno ab Incarnatione Domini nostri Iesu Christi” (cioè: “nell’anno... dall’Incarnazione del nostro Signore Gesù Cristo”). Il primo pensiero che mi viene in questo primo giorno dell’anno allora è proprio: Cosa vuol dire che anche quello che si apre oggi è un “anno del Signore”? Per noi cristiani, iniziare un nuovo anno, significa ricordare che il tempo è una fetta di Eternità che Dio ci dona gratuitamente . È un dono , quindi; ma è anche una responsabilità grande. Quando qualcuno ci dona qualcosa di utile (è sottinteso al gesto stesso) significa che egli desidera che noi ne possiamo fare buon uso. Così è dei doni di Dio, dei talenti di cui Egli ci ha dotato e del tempo che ci dà per poterli far fruttare. Come ho vissuto l’anno passato?

Anno nuovo... vita nuova?

O gni volta che si comincia un nuovo anno si spera di poter buttare via tutte le cose brutte di quello precedente. Anche il 2011 se n’è andato, e quasi tutti (chi per un motivo, chi per l’altro) sono contenti di ciò. Ogni volta si spera in qualcosa di nuovo e più bello... Ma questa volta il clima di crisi (non solo economica) rischia di scoraggiare anche i più ottimisti e di bloccare a metà il solito proverbio Anno nuovo, vita nuova . Il cristiano, in quanto tale, cosa può fare? Non ha niente di nuovo o diverso da proporre al mondo in un momento in cui sembra che tutto vada storto? Vi propongo di provare a lasciarci interrogare e provocare da alcune riflessioni che qualche tempo fa mi proponeva il Vicario della Zona Sesta dell’Arcidiocesi di Milano (nella quale svolgevo il mio ministero). C hi parla di cose che non sa, si espone al ridicolo e finisce per urtare e offendere. Devo quindi premettere che non ho competenza in economia, finanza, gestione aziendale e simili.

Ma quanta gente serve?!

I n questi giorni, mi capita spesso di dare spiegazioni e chiarimenti su come si procederà alla formazione del Consiglio Pastorale e degli altri organismi di partecipazione. In particolare mi si chiede quanti Consigli esisteranno e quante persone occorreranno. Il mio auspicio è che TUTTI possano — in un modo o nell’altro — interessarsi alla vita della nostra Comunità, nessuno escluso. Nella pratica, di obbligatorio secondo il Diritto Canonico c’è solo il Consiglio per gli Affari Economici (che andrà presto costituito e comunicato in Curia per essere approvato con Decreto Vescovile). Altamente raccomandato e necessario è il Consiglio Pastorale, che potrà agire con l’ausilio di varie commissioni di lavoro e approfondimento; raccomandato è un piccolo Consiglio per l’Oratorio. In ogni caso, vi rinnovo l’invito ad esserci il venerdì 13 gennaio alle 20.30 per l’Assemblea Parrocchiale , dove potremo insieme, farci un’idea più precisa di come procedere.

Preparare il Matrimonio cristiano

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Scarica le indicazioni seguenti in formato stampabile PDF COME INIZIARE LA PREPARAZIONE Ci si rivolga in tempo utile (si suggerisce l ’ anno precedente il matrimonio) al Parroco d ov e di fatto e attualmente vivono il fidanzato o la fidanzata (si può scegliere liberamente o l ’ uno o l ’ altro) , per concordare con lui le modalità di partecipazione al corso per fidanzati e, indicativamente, la data del matrimonio . 1) Si partecipi in coppia a tutti gli incontri del Corso per fidanzati , facendosi rilasciare alla fine del corso l ’ Attestato di partecipazione . 2) S e necessario (ove i nubendi siano sconosciuti al Parroco) si produca un documento di identità e una autocertificazione provante la residenza così che il Parroco che dovrà condurre l’istruttoria matrimoniale possa verificare la sua competenza in merito ( si a vvis i subito il Parroco nel caso di cambiamento di residenza civile durante la preparazione al matrimonio) .   PREPARATIVI IMMEDIATI Almeno