Arte

Opere d’arte
Molti (14) quadri ad olio su tela di varie dimensioni, provenienti dalla vecchia chiesa, ben conservati e a Catalogo della Commissione diocesana d’Arte Sacra, tutti di buon pennello, benché di autori ignoti.
a) Due del ‘500: la disputa di Gesù fra i Dottori e la consegna delle chiavi a San Pietro, forse di scuola del nostro eccellente bergamasco Gian Battista Moroni.
b) Uno della scuola genovese del Castello o Castelli, altro egregio artista bergamasco operante in Genova e persino in Ispagna tra la prima e seconda metà del ‘600. É il quadro principale della chiesa, cioè la pala dell’altare maggiore, e rappresenta in alto la Madonna col Bambino ed angeli; in basso il Patrono San Gottardo Vescovo e San Sebastiano Martire. É molto bello, espressivo e di vivaci colori: avrebbe però bisogno d’una ripulitura.
c) Gli altri sono del ‘600 e ‘700, tutti pregevoli.
d) Sculture: due graziose, fini e lodate statuette in marmo, del peso di circa 30 Kg. ciascuna. Una sognante Madonnina col Bambino, del ‘600, ed un San Gottardo del ‘700.

Arredi sacri
Candelieri, croci e reliquiari in rame sbalzato ed argentato, di stile barocco ed impero, di notevole valore, come altri parecchi in ottone, pesanti e di varia bella sagoma.
In Sacrestia, un grande armadio del ‘600 finemente e riccamente intagliato, ma senza statue o figure, opera di artigianato locale.
In chiesa a sinistra di chi entra un confessionale datato 1921, che ripete qualche motivo più semplice del detto armadio.
Altre cose di valore esistevano nell’antica chiesa e che purtroppo parecchi anni fa quando io non ero a Laxolo, presero la solita via dei... voraci antiquari. Due grandi busti di Santi in legno dorato del ‘600, una pianeta del ‘500 di prezioso e finissimo broccato d’argento ed un’altra del ‘600, ugualmente bella in velluto verde damascato, con ricamato lo stemma della famiglia offerente: i Carminati. Di queste cose esiste la descrizione in archivio.

Argenti
Un calice del ‘700, ben cesellato con piccole figure di Santi, testine alate di angioletti e motivi floreali, il tutto contornato da leggere dorature, da me fatte eseguire per ottenere maggior spicco.
Un ostensorio del peso di grammi 850, con dorature. E' un lavoro moderno assai fine ed elegante, su stile barocco moderato.

Castelli
Di veri e propri non ce ne furono nei confini di Laxolo, ma qualche torre di vedetta e di difesa si, tra il 1200 e il 1400 durante le lotte tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia che anche qui ebbero episodi dolorosi e terribili, come la famosa così detta “Cacciata dei Brembillesi” ribelli e quindi (facenti un tutt’uno con loro) dei laxolesi, sulla fine di gennaio del 1443 per ordine della Repubblica di Venezia e con severissima proibizione, pena la morte, di ritornare in valle prima di cent’anni. Tutte le case e persino la chiesa furono poi o bruciate o abbattute dalle milizie venete (vedi Belotti “Storia di Bergamo e dei bergamaschi” vol. II pagg. 50 - 52 1° edizione). A tutt’oggi una località conserva, in Laxolo, il nome “Torre” ma di torre non rimane alcun vestigio. E' in posizione eminente e con ampia veduta su tutta la valle.
Una casa nella contrada detta Cabonadino fino a un dieci anni fa aveva tutto l’aspetto di torre e così la chiamavano gli abitanti: molto alta, quadrata, massiccia, dalle grosse pietre annerite. É stata poi riformata e restaurata secondo i criteri moderni. Un altro antico ricordo perduto!
Nella suddetta località chiamata “Torre” esiste un Oratorio o Cappella alquanto grande, dedicata alla Visitazione di Maria a Santa Elisabetta. É di proprietà della signora Nunzia Locatelli ved. Bianco di Bergamo, insieme con la antica vicina villa. Vi si conservano: un bel quadro datato 1628 di ignoto autore; mobili ed arredi di pregio, tra cui una splendida preziosa pianeta del ‘600, di broccato ricchissimo d’argento a fondo rosaceo con disegni a colori, di meraviglioso effetto un’altra del 700 a fondo bianco intessuta a belli colori di fiorami.
Parroco don Ugo Dal Buono